Vi era ancora un prefetto del pretorio d'Italia, e, quando Teodorico conquistò la Provenza, fu restaurata anche la carica di prefetto del pretorio delle Gallie. Infatti le province orientali dell'Impero, che per prime subirono l'urto dei barbari (i Visigoti alla fine del IV secolo dilagarono in Grecia e nei Balcani), non si disgregarono sotto quelle invasioni, ma furono capaci di respingerle ed inglobarle, per poi dirottarle verso la sezione occidentale, che invece sotto quell'urto si sfasciò del tutto. Maggioriano dovette dunque rinunciare alla spedizione e, tornato in Italia, fu detronizzato per volere di Ricimero (461). [25] Nel 439, anzi, fu perduta Cartagine, seconda città dell'impero d'Occidente per grandezza, in favore dei Vandali, insieme a buona parte del Nordafrica. La mancanza di disciplina, ovviamente, dipese anche dall'imbarbarimento dell'esercito, divenuto col tempo sempre meno romanizzato e sempre più costituito da soldati di provenienza germanica (anche per riempire i vuoti dovuti al calo demografico e alla resistenza alle coscrizioni da parte dei cittadini romani), integrati nell'esercito dapprima come mercenari a fianco delle legioni e poi, in forme sempre più massicce, come foederati che conservavano i loro modi nazionali di vivere e di fare la guerra. Pur essendo l'unico vero baluardo dell'impero, Ezio venne però assassinato dalla stessa mano dell'imperatore Valentiniano III, in un gesto che indusse Sidonio Apollinare a osservare: "Ignoro, o signore, le ragioni della vostra provocazione; so solo che avete agito come quell'uomo che mozzi la mano destra con la propria sinistra".[33]. Le cause che portarono alla caduta dell’impero romano d’Occidente non sono da individuare nell’immediata vicinanza del 476, ma molti anni prima, a partire cioè dalla crisi che investì l’impero nel III secolo d.C. e possono essere individuate in due ordini di ragioni: [9] Nell'inverno del 401-402 Alarico, entrato in Italia, forse su istigazione dell'imperatore d'Oriente Arcadio, occupò parte della Regio X Venetia et Histria e, successivamente, assediò Mediolanum (402), sede dell'imperatore romano Onorio, difesa da truppe gotiche. Comuni, signori e principati comunque continuarono a vedere l'Impero come un sacro ente sovrannazionale dal quale trarre legittimità formale del proprio potere, come testimoniano i numerosi diplomi imperiali concessi a caro prezzo. Una volta riuniti Italia e Nordafrica, anche la Spagna sarebbe tornata all'ovile:... infatti, gli Svevi rimasti nella penisola iberica non erano molto pericolosi. Antemio arrivò a Ravenna nel 467, e fu riconosciuto imperatore sia in Gallia che in Dalmazia. Ezio dovette rinunciare anche a inviare forze consistenti in Spagna contro gli Svevi, che, sotto re Rechila, avevano sottomesso quasi interamente la Spagna romana, ad eccezione della Tarraconense. [93], La nobiltà gotica mal sopportava il governo di Amalasunta e ben presto ella scoprì una congiura ordita ai suoi danni. Secondo la "Prammatica Sanzione" i governatori provinciali sarebbero stati eletti dalle popolazioni locali, ovvero i notabili e i vescovi; tuttavia sull'effettiva applicazione di tale principio sono emersi dubbi, dato che da tempo i governatori provinciali erano controllati dall'autorità centrale.[112]. I comites goti giudicavano anche nei processi tra i Goti, come anche nei processi tra Goti e Romani, anche se in questo ultimo caso affiancati da un assessor romano. Lo stato giuridico dei Goti fu cagione di un'ulteriore restrizione concreta al potere di Teodorico: egli non poteva conferire la cittadinanza romana ai Goti, facoltà riservata solo all'Imperatore. L'Impero romano d'Occidente fu dunque costretto a rinunciare al gettito fiscale della Spagna e soprattutto dell'Africa, con conseguenti minori risorse a disposizione per mantenere un esercito efficiente da utilizzare contro i Barbari. L’epoca di transizione dalla Monarchia alla Repubblica fu seguita da varie tensioni sociali interne, di cui approfittarono le popolazioni vicine per ridurre il controllo territoriale di Romae ottenere la sua scomparsa. Provava inoltre che a Roma esisteva sempre un senato e che ad esso si attribuiva ancora la prerogativa di essere il depositario del potere sovrano in concorrenza con gl'imperatori, e la capacità giuridica di convalidare la proclamazione di un nuovo imperatore. Voltaire si prese gioco del Sacro Romano Impero con la celebre affermazione secondo cui non era «né sacro, né romano, né un impero». Il miglior #Beerfestiva, Enjoying sunrises. Da tale momento, durante i primi settant’anni della Repubblica, Roma dovette ridefinire la propria identità in varie occasioni. Le parole di Marcellino sembrano descrivere la caduta dell'Impero come un processo ormai irreversibile. L'anno 476 viene di solito indicato come fine dell'Impero d'Occidente: in quell'anno le milizie mercenarie germaniche dell'Impero, capeggiate dal barbaro Odoacre, si rivoltarono contro l'autorità imperiale e deposero l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto (anche se quest'ultimo era solo un imperatore fantoccio manovrato dal padre Oreste, comandante in capo dell'esercito); i motivi della rivolta erano il rifiuto da parte imperiale di cedere ai mercenari barbari un terzo delle terre italiche. [101] Il declino non coinvolse, tuttavia, tutte le regioni: quelle meno colpite dalla guerra, come la Sicilia o Ravenna, non sembrano aver risentito in misura rilevante degli effetti devastanti del conflitto, mantenendo la propria prosperità. Quando essi fecero richiesta a Oreste affinché fosse loro permesso di insediarsi in Italia alle stesse condizioni con cui erano stati insediati i foederati nelle altre province dell'Impero, ricevendo inoltre un terzo delle terre della penisola, Oreste rifiutò, essendo determinato a mantenere il suolo d'Italia inviolato. È importante notare che, poiché non aveva ottenuto il riconoscimento dell'Imperatore d'Oriente, Romolo Augusto era considerato alla stregua di un usurpatore dalla corte di Costantinopoli, che continuava a riconoscere come legittimo Imperatore d'Occidente Giulio Nepote, che governava in esilio in Dalmazia, continuando a rivendicare il trono. L'arrivo dei barbari portò a forze centrifughe che separarono le realtà locali dal centro dell'Impero. La seconda fu l'Impero ottomano: quando gli Ottomani, che basarono il loro Stato sul modello bizantino, conquistarono Costantinopoli nel 1453, Maometto II stabilì nella città la propria capitale e si proclamò Imperatore dei Romei. Le incursioni unne, però, danneggiarono soprattutto indirettamente l'Impero, distogliendolo dalle lotte contro gli altri barbari penetrati all'interno dell'Impero nel 376-382 e nel 405-408, che in questo modo ne approfittarono per espandere ulteriormente la propria influenza. Dopo aver ricevuto i messaggi di Amalasunta e di Teodato, Giustiniano inviò un nuovo agente in Italia, Pietro di Tessalonica, abile diplomatico.[97]. [16][17][18] A quella data già da alcuni anni la capitale imperiale si era trasferita da Milano a Ravenna,[19] ma qualche storico candida il 410 quale possibile data per la caduta dell'impero romano.[20]. Un’altra probabile causa, della sua caduta, è da attribuirsi probabilmente alla diffusione del Cristianesimo: in quel periodo i romani persero la verve combattiva che li caratterizzava, dopo il decadere dei loro culti pagani. [101] Anche se le cifre delle vittime riportate da Procopio sono forse esagerate,[102] si può stimare che buona parte della popolazione italiana fosse stata decimata dagli assedi, dalle carestie e dalla peste. In questo senso, se non avesse rinunciato Odoacre al titolo di imperatore per dichiararsi invece Rex Italiae e "patrizio" dell'imperatore d'Oriente, l'impero avrebbe potuto perfino dirsi conservato, almeno nel nome, se non nella sua identità, da tempo profondamente mutata: non più esclusivamente romana e sempre più condizionata dalle popolazioni germaniche, che già prima del 476 si erano ritagliate ampi spazi di potere nell'esercito imperiale e di dominio in territori ormai solo formalmente soggetti all'imperatore. L'obbiettivo di Teodorico era civilizzare il suo popolo integrandolo nella civiltà romana, ma non fece tentativi concreti di fondere le due popolazioni: il suo unico scopo era garantire che le due nazioni potessero vivere insieme in modo pacifico. Nel 1648 con la Pace di Vestfalia i principi feudali divennero praticamente indipendenti dall'Imperatore e il Sacro Romano Impero si ridusse a una semplice confederazione di Stati solo formalmente uniti, ma de facto indipendenti. Descrizione: ottimo riassunto schematico di 20 pagine pdf sulla caduta dell’impero romano d’occidente a cura della zanichelli ricco di schemi, immagini e mappe concettuali: linea del tempo, occidente e oriente a confronto, migrazioni e invasioni barbariche, regni romano-barbarici nel v secolo, impero bizantino, giustiniano, scisma d’oriente. Privato di molte delle sue precedenti province, con un'impronta germanica sempre più spiccata, l'Impero romano degli anni successivi al 410 aveva davvero poco in comune con quello dei secoli precedenti. Odoacre fu infatti sospettato di aver appoggiato, anche se solo indirettamente, la rivolta del generale Illo, e, quando Odoacre allestì una spedizione nelle province illiriche dell'Impero, all'epoca minacciate dagli Ostrogoti, Zenone tentò di impedirla sobillando i Rugi a invadere l'Italia. Anche se era diritto dei Goti scegliersi il proprio re, la scelta doveva essere compiuta con l'assenso dell'Imperatore, in quanto il futuro re avrebbe dovuto essere anche il viceré dell'Imperatore e il suo magister militum in Italia. Nonostante il ruolo distruttivo che spesso i popoli invasori svolsero nelle terre invase, quasi tutti i nuovi regni furono a loro volta estremamente vulnerabili e in qualche caso anche molto piccoli. Ciò sarebbe dovuto al fatto che per Cassiodoro, che collaborava con Teodorico, i Goti continuavano la storia di Roma, per cui «la deposizione di Romolo Augustolo non poteva contare molto in siffatta prospettiva»; inoltre, Cassiodoro, probabilmente, voleva evitare il rischio di far passare il proprio datore di lavoro (Teodorico) per un sovrano illegittimo.[55]. Con il foedus del 382, ottennero di stanziarsi nell'Illirico orientale come foederati dell'Impero, con l'obbligo di fornire truppe mercenarie all'Imperatore Teodosio I. Intorno al 395 i Visigoti, che si erano insediati come foederati in Mesia, si ribellarono. Aree perse perché occupate da Vandali e Alani. Bury questa visione degli eventi è inaccurata, in quanto nessun impero cadde nel 476, né tantomeno un "Impero d'Occidente". Questo perché si era dichiarato formalmente subordinato all'Imperatore d'Oriente, per cui governava l'Italia in qualità di "patrizio". ricordi i loro nomi? In ogni modo la principale richiesta di Teodorico era stata soddisfatta dall'Imperatore. Nel Natale dell'800 il re dei Franchi Carlo Magno venne incoronato "Imperatore dei Romani" da Papa Leone III. [36], Un secondo problema conseguente a questa politica di accomodamento con i Barbari era che l'inclusione delle potenze barbare nella vita politica dell'Impero aumentava il numero di forze che dovevano riconoscere l'Imperatore, rendendo maggiore il rischio di instabilità interna: infatti, se prima di allora, le forze da cui l'Imperatore doveva ottenere il riconoscimento, erano le aristocrazie terriere di Italia e Gallia e gli eserciti campali di Italia, Gallia e Illirico, oltre all'Impero d'Oriente, ora l'Imperatore doveva ottenere il riconoscimento anche dei gruppi barbari incorporati nell'Impero (Visigoti, Burgundi, ecc. L'Impero romano d'Occidente viveva quindi una situazione di anarchia endemica, che indebolì la resistenza dell'Impero alla rinnovata pressione dei barbari. Il ristagno della tecnica, l'assenza di nuovi mercati, la mancanza di una cultura "borghese" impedirono alla classe equestre, attiva nei commerci e nell'industria, di anticipare i tempi di uno sviluppo "capitalistico" dell'economia romana. Un altro fattore da prendere in considerazione è sicuramente la crisi economica che in quel periodo provocò la nascita di un’economia chiusa, quella del latifondo, portando alla totale mancanza di scambi commerciali tra la città e campagna, con successivo aumento spropositato dei prezzi, dell’inflazione e che successivamente, portò a carestie. L'esistenza dello scisma infatti, anche se non riconciliava i Cattolici italici con l'amministrazione gota, tendeva a renderli meno disposti a formare legami politici stretti con Costantinopoli. Rimangono divergenti perfino le opinioni sul fatto che tale caduta sia frutto di un singolo evento oppure di un lungo e graduale processo. Dopo la sua morte, Zenone rivendicò la Dalmazia per l'Oriente ma venne anticipato da Odoacre, che col pretesto di vendicare Nepote mosse guerra a Ovida per poi conquistare la regione, che fu annessa all'Italia. Tuttavia, chiunque intenda sostenere che abbiano giocato un ruolo primario nel crollo dell'Impero e che i barbari abbiano solo accelerato il processo deve spiegare in che modo l'edificio imperiale abbia potuto collassare senza un massiccio attacco militare dall'esterno... A mio parere, invece di parlare delle presunte "debolezze" interne al sistema romano che lo avrebbero fatalmente predestinato al crollo, almeno per quanto riguarda la sua metà occidentale, ha più senso parlare dei "limiti" - militari, economici e politici - che gli impedirono di affrontare la particolarissima crisi del V secolo. Uno dei primi problemi che Teodorico si trovò ad affrontare fu l'assegnazione delle terre al suo popolo: gli Ostrogoti, per gran parte, espropriarono dei loro terreni soprattutto i Germani di Odoacre, molti dei quali furono uccisi o espulsi, anche se ad alcuni di costoro che si erano sottomessi fu concesso di conservare i loro possedimenti terrieri. Se infatti i proprietari terrieri fossero stati espropriati su larga scala, sarebbe stato poco credibile che avessero cooperato con Odoacre in maniera così leale così come risulta dalle fonti.[70]. [88] In ogni modo, Teodorico, allarmato dal decreto, decise di agire come protettore degli Ariani sudditi dell'Impero d'Oriente inviando nel 525 un'ambasceria a Costantinopoli per protestare contro il decreto. Nel 452 l'Impero d'Occidente aveva perso la Britannia, una parte della Gallia sud-occidentale ceduta ai Visigoti e una parte della Gallia sud-orientale ceduta ai Burgundi, quasi tutta la Spagna passata agli Svevi e le più prospere province dell'Africa, occupate dai Vandali; le province residue erano o infestate dai ribelli separatisti bagaudi o devastate dalle guerre del decennio precedente (ad esempio le campagne di Attila in Gallia e in Italia) e dunque non potevano più fornire un gettito fiscale paragonabile a quello precedente alle invasioni. Vi era ancora un vicario di Roma, come anche tutti i governatori provinciali, suddivisi nei tre ranghi di consulares, correctores e praesides. !GRAZIE !!!! E anche se si potrebbe replicare che gli scrittori coevi chiamavano Hesperium regnum (regno d'occidente) le province che erano state, dopo il 395, sotto il governo separato di un imperatore residente in Italia, e con caduta dell'Impero d'Occidente si intende la terminazione della linea di Imperatori d'Occidente, si potrebbe obiettare che è il 480 la data significativa, in quanto era Giulio Nepote l'ultimo imperatore legittimo d'Occidente, mentre Romolo Augusto era solo un usurpatore. Odoacre, alla testa di un'orda di Eruli, Turcilingi, Rugi, Sciri, si diresse quindi verso Milano; Oreste, vista la gravità della rivolta, si rifugiò a Pavia, che venne però assediata ed espugnata dai ribelli; Oreste venne catturato e, portato a Piacenza, giustiziato (28 agosto 476). - Usurpatore dell'Impero romano d'Occidente negli anni 392-394. Sconfitti dal generale romano Flavio Costanzo nel 415, i Visigoti accettarono di combattere per l'Impero in Spagna contro gli invasori del Reno, ottenendo in cambio il possesso della Gallia Aquitania come foederati dell'Impero (418). Per Heather i "limiti interni" dello Stato romano agevolarono il successo dei Barbari, ma senza le invasioni barbariche (e conseguenti forze centrifughe dovute ai loro stanziamenti) l'Impero non sarebbe mai caduto solamente per le cause interne: «Ai limiti interni bisogna dunque dare il giusto peso. L'Impero romano d'Occidente, meno coeso socialmente e culturalmente, meno ricco economicamente, meno centralizzato e peggio organizzato politicamente dell'Impero romano d'Oriente, finì alla lunga per pagare questa instabilità di fondo. Fa anche altre cose, ma sono meno interessanti. La sottrazione di diversi territori al controllo dell'Impero da parte dei barbari e la momentanea devastazione di quelli solo momentaneamente occupati provocarono un repentino crollo del gettito fiscale (fino a 1/8 della quota normale) - dato che le province colpite dalle invasioni, con i campi devastati, non erano più in grado di versare le tasse ai livelli di prima. [76] Inoltre i Goti furono esclusi dalla dignità onoraria di patrizio, ad eccezione di Teodorico stesso, che l'aveva ricevuta dall'Imperatore. In un'occasione, nel 522, l'Imperatore Giustino permise a Teodorico di nominare entrambi i consoli, Simmaco e Boezio. caduta dell'Impero romano d'Occidente. Sopravvisse ancora per qualche anno il Regno di Soissons, ultima enclave dell'Impero romano d'Occidente nella Gallia settentrionale, che nel 486 venne conquistato dai Franchi. [63] Le finanze dell'Impero e la connessione tra il centro amministrativo e le varie realtà locali si basavano inoltre sulla protezione, con l'esercito e con le leggi, di una cerchia ristretta di proprietari terrieri, i quali ricambiavano l'Impero pagando le tasse. La verifica mira a valutare le conoscenze sull'argomento e si compone dei seguenti quesiti (tra parentesi i punti, eventualmente, da assegnare ai quesiti per la valutazione) : Il fallimento della spedizione determinò la rapida caduta dell'Impero romano d'Occidente nel giro di otto anni, giacché non solo il gettito fiscale dell'Impero non era più sufficiente per difenderlo dagli invasori, ma le grandi cifre spese mandarono in rosso il bilancio dell'Impero d'Oriente, impedendogli di aiutare ulteriormente quello d'Occidente. Andrebbe inoltre notato che, dal punto di vista costituzionale, Odoacre era il successore di Ricimero, e che la situazione generata dagli eventi del 476 presenta delle analogie notevoli con gli intervalli di interregno durante il periodo di Ricimero. È quello che noi, al meglio della nostra abilità, abbiamo trattato in modo che, tramite la lettura, il lettore diligente possa ottenere una conoscenza più ampia di tali cose».[54]. I Consularia Italica, se tacciono sulla detronizzazione dell'usurpatore Romolo Augusto, tuttavia registrano sotto l'anno 480 l'assassinio di Giulio Nepote in Dalmazia: per tale fonte fu costui l'ultimo Imperatore d'Occidente. Verso la fine del VI secolo lo storico ecclesiastico Evagrio Scolastico riportò nella sua Storia Ecclesiastica il seguente commento sulla deposizione di Romolo Augusto: «Romolo soprannominato Augustolo [...] fu l'ultimo Imperatore di Roma dopo 1303 anni dal regno di Romolo.», A parte la datazione errata (Romolo Augusto non fu deposto nel 1303 ab urbe condita, ma nel 1229 a.u.c. Con la vittoria bizantina nella guerra gotica l'Italia non ebbe, comunque, l'auspicata stabilità né venne riformato l'Impero romano d'Occidente: la penisola venne infatti invasa nel 568 da una nuova popolazione germanica, i Longobardi, che determinerà una profonda spaccatura storica del paese, diviso in aree sotto il dominio longobardo e territori ancora in mano bizantina. Nella sostanza, però, l'Imperatore non aveva alcun'autorità e la sua carica, se non ricoperta da individui di particolare forza e determinazione, era puramente simbolica. Il crollo dell’Impero Romano d’Occidente e la nascita dei Regni Romano- Barbarici 2. Il Sacro Romano Impero conobbe il suo periodo di massimo splendore nell'XI secolo quando, insieme al Papato, era una delle due grandi potenze della società europea alto-medioevale. Più che una caduta, la fine dell'Impero, almeno in Italia, può essere interpretata più come un cambio interno di regime in cui si poneva fine a un'istituzione ormai superata e che aveva perso ogni potere effettivo a vantaggio dei comandanti romano-barbarici. Probabilmente Teodorico riteneva la parola rex sufficientemente appropriata per esprimere il fatto che fosse di fatto sovrano sia dei suoi sudditi germanici che dei suoi sudditi romani, anche se nel caso di questi ultimi si trattava di fatto di una "quasi sovranità", in quanto Teodorico li governava in qualità di alto ufficiale di Costantinopoli.