Il professor Belluzzi le concesse l'Aula Magna dell'Archiginnasio bolognese. Tuttavia, la sua indole passionale lo portò a contatto anche con i romantici, soprattutto Schiller e Scott, mentre si entusiasmò per Leopardi[28] e Foscolo. «È vero» ammetterà, «che io in quell'anno andavo pensando un inno a Gesù con a motto un verso e mezzo di Dante, Io non so chi tu sie né per che modo / venuto se' quaggiù», ma è altrettanto vero che quel giorno si trovava a Firenze e in quei mesi aveva salutato Jacopone da Todi come Pindaro cristiano, componendo pure una laude al Corpo del Signore. Fu un lutto severo per il Nostro; un mese dopo faceva comparire sul giornale fiorentino Le veglie letterarie uno scritto in sua memoria, e gli dedicò poi alcuni versi della poesia Congedo che avrebbe chiuso l'edizione dei Levia Gravia nel 1868. Le visite a Roma divennero un appuntamento fisso; in virtù delle adunanze della Giunta per la licenza liceale e del Collegio degli esaminatori (che lo mandava in tutta l'Italia centrale) Carducci scese nell'urbe almeno una volta all'anno. Il libro non risparmiava critiche dirette a uomini politici, e suscitò forti reazioni. Alla Normale non solo erano obbligatori la Messa mattutina e il Rosario serale, ma, racconta Cristiani, «Ogni mese dovevamo pure intervenire, cogli altri scolari della Università, alla congregazione, nella chiesetta di san Sisto. La chiesa di Polenta. This leaderboard has been disabled by the resource owner. Nei frontespizi delle Opere zanichelliane, fino al vol. Questi era Angelo Sommaruga. Carducci non fu mai contro il divino, contro Dio. Lettera a Carolina Cristofori Piva, 23 ottobre 1872, ora in M.Saccenti, cit., pp.724-726; i due amanti avevano stabilito di intrattenere una conversazione «fermo posta», in modo che i coniugi rispettivi non si accorgessero della relazione. Tra le poesie maggiormente riuscite vi è Congedo, dove si vive lo stato d'animo nostalgico di chi ha visto la giovinezza tramontare, mentre importante dal punto di vista storico è Per il trasporto delle reliquie di U. Foscolo in S. Croce e politicamente significativo il canto Dopo Aspromonte, dove viene celebrato un Garibaldi ribelle e fiero. «Il chinino ingoiato gli lasciò straordinarie visioni. Non è più possibile tuttavia accettare, per le ragioni esposte sopra, commenti drastici come quello di Paolo Lingueglia, secondo cui Carducci non ebbe mai il senso del religioso, e si accontentò di «una giustizia reboante e formale».[205]. [183] L'eco suscitata dal componimento, in cui si chiedeva di portare i lavori a compimento, fu lo sprone decisivo per riparare anche il cadente campanile. [63], La tragedia, però, era dietro l'angolo. Il Barbera intanto propose a Carducci di pubblicare un libro che raccogliesse tutte le poesie, dalle prime alle più recenti. [192] Gli succedette Giovanni Pascoli. Quarta e ultima quartina: osservazioni A cura della prof.ssa Anna Rita Vizzari 13. [46], Carducci aveva la vocazione per l'insegnamento pubblico. [31], Quando, il 13 ottobre, Scaramucci morì, Giosuè sbalordì tutti alle esequie, recitando un panegirico pieno di citazioni classiche e bibliche. For terms and use, please refer to our Terms and Conditions … Tutte queste pratiche di religione toglievano del tempo allo studio; e il Carducci, che del tempo era economo come l'avaro della borsa, portava anche alla messa, in cambio del libro d'orazioni, un qualche classico del formato in sedicesimo». Gli amori e i luoghi che lo ispirarono, Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Scritti e discorsi su Giosuè Carducci, dal Fondo Antonio Piromalli, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Rosa (Brasile), Comitato Nazionale per il centenario della morte di Giusuè Carducci, Giosuè CARDUCCI - Grande Oriente d'Italia. [50] L'entusiasmo iniziale - «Insegno greco: evviva: faccio spiegare Lucrezio ai miei ragazzi: evviva me», scriveva a Chiarini - durò tuttavia poco, e presto il grigiore di un borgo chiuso e gretto doveva prendere il sopravvento.[51]. [41], Un'epidemia di colera afflisse alcune zone della Toscana nel 1854. Da più parti spinsero il Carducci a ricoprirla, ma l'obiettivo latente - quello di porre l'autore dell'Inno a Satana in una posizione da cui potesse combattere il potere del Vaticano -, era troppo "spettacolare" perché egli potesse accettare. [196], Per questo con Carducci si ebbe una reazione al tardo romanticismo (Prati, Aleardi, Dall'Ongaro), perché il raggiungimento dell'unità nazionale richiedeva forza e virilità, non l'abbandono a svenevoli malinconie. [209], «Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile e alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica». I bolognesi volevano evidentemente ricambiare l'affetto del poeta, che aveva sempre respinto le sirene capitoline preferendo rimanere nella città petroniana, da cui non avrebbe ormai più saputo distaccarsi. Giosuè[Nota 1] Alessandro Giuseppe Carducci (Valdicastello, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano. [22], Fu così che il 28 aprile 1849 i Carducci si stabilirono a Firenze (in una misera abitazione di via Romana) dove il primogenito, quattordicenne, conobbe la quindicenne Elvira, figlia del sarto Francesco Menicucci e della sua prima moglie. Giosuè accettò, e nel febbraio 1871 apparvero le Poesie, suddivise in tre parti: Decennali (1860-1870), Levia Gravia (1857-1870) e Juvenilia (1850-1857). [208], Più tardi Natalino Sapegno definì Carducci un poeta minore. Il 4 novembre arrivarono in visita i reali d'Italia Umberto I e Margherita di Savoia, accolti da una folla festante nella stessa città che dieci anni prima aveva riservato loro un ostile trattamento. [125], I modelli non possono che essere Omero, Pindaro, Teocrito, Virgilio, Orazio, Catullo, accanto a cui agiscono Dante, Petrarca, Foscolo, cui vengono fatti rimandi testuali piuttosto espliciti e seguiti anche nel frequente uso dell'inversione sintattica caro alla lingua latina.[126]. Carducci riconobbe in futuro che in quella situazione la pubblicazione degli epodi polemici avrebbe senz'altro suscitato maggiore interesse e infiammato il pubblico, nell'acquisita consapevolezza che la prudenza politica è cattiva ispiratrice artistica. [32], Il padre cominciava a sentirsi orgoglioso del figlio, mentre contemporaneamente iniziava a dargli serie preoccupazioni il secondogenito Dante, ragazzo buono e dalle molte qualità, ma fragile e abulico. La tavola era allora più numerosa, i discorsi più vari e meno intimi». G.Bertoni, «La lingua poetica di Giosue Carducci», in Regia Università di Bologna, cit., pp.91-95, Carducci in Umbria. Significative sono anche le tristi elegie La moglie del gigante e Jaufré Rudel (Jaufré Rudel). Referències Le raccolte seguono questo ordine: La prima raccolta di liriche, che lo stesso Carducci raccolse e divise, dal titolo significativo Juvenilia (1850-1860), composta da sei libri, ha indubbiamente il carattere di un recupero della tradizione classica proprio del gruppo degli Amici pedanti che si era costituito in quel periodo con il proposito di combattere i romantici fiorentini. Passata l'estate, però, il 24 ottobre Chiarini ricevette da colui che doveva convolare alle fiaccole imenee una lettera disperata; era stato abbandonato dalla fanciulla, e quella sera stessa il Carducci sarebbe corso a Firenze per chiederne ragione. Le odi attaccano il cattolicesimo, esaltano l'impero romano ed esprimono la visione politica carducciana, ma essa perde la carica polemica precedente. [92] Diventò un punto di passaggio obbligato per i fautori dell'unità nazionale, tanto che lo stesso Garibaldi si fece massone, mentre Giosuè fu iniziato nella Loggia «Galvani» di Bologna[93] subito dopo la Giornata dell'Aspromonte, e la poesia Dopo Aspromonte volle essere il manifesto di questo ingresso, un'esaltazione del «Trasibul di Caprera» unita a un'aspra critica verso Napoleone III, all'interno di un tessuto narrativo pesantemente segnato dalla lettura degli Châtiments di Victor Hugo, cui Carducci unì un anti-cattolicismo più sferzante. [13], Il piccolo Giosuè cresceva già mostrando in nuce le caratteristiche che lo contraddistingueranno per tutta la vita: ribelle, selvatico, amante della natura. Curiosità: Eletti dall’UNESCO come uno dei patrimoni dell’umanità, i Sassi di Matera comprendono decine e decine di abitazioni primitive ed essenziali scavate nella roccia. Nel 1876 quindi i Carducci traslocarono in Strada Maggiore a Palazzo Rizzoli, un edificio signorile dalle volte a crociera con un cortile interno abbellito da colonne corinzie. Al tempo stesso vi giunse un ambizioso signore milanese da poco uscito dalle miniere di Iglesias, intenzionato a fare fortuna con la letteratura, aprendo una casa editrice che si diffondesse in tutta la penisola. Michele Coppino, allora Ministro dell'Istruzione, pensò di porre rimedio al fallimento creando un ciclo di letture dantesche. A Bologna le due donne cercarono di avvicinare i due poeti del momento. Già durante la vita del Carducci ci furono dunque forti reazioni. [146] La perseveranza rincarò la dose, e buona parte del popolo antimonarchico non capì le ragioni carducciane, suscitando in Giosuè un profondo disprezzo per la «vil maggioranza». Bisogna tuttavia prestare molta attenzione circa il rapporto tra Carducci e la religione. Nella seconda raccolta, Levia Gravia (1861-1871), che accosta nel titolo due plurali senza congiunzioni come era nell'uso classico, vengono raccolte poesie di poca originalità, di imitazione e spesso scritte per particolari occasioni secondo l'uso della retorica. [201] La missione morale e civile da lui affidata alla poesia, la necessità di conformare la propria vita a quanto predicato artisticamente e la profonda convinzione di un imperscrutabile motore della Storia (evidente più che mai nelle Odi barbare) sono però in totale sintonia con lo spirito cristiano, oltre che con gli amatissimi modelli classici.[202]. [171], La contestazione degenerò quindi, provocando il ferimento di alcuni ragazzi, e solo l'intervento di altri professori - tra cui Olindo Guerrini - riuscì a sottrarre il Carducci alla calca, dato che questi, imperturbabile, dichiarava che non se ne sarebbe andato prima di loro, le cui manifestazioni definì poi con disprezzo «prolungata esercitazione nelle imitazioni animalesche». Like. [102] Con il nuovo Gran maestro Adriano Lemmi Carducci fu affiliato il 20 aprile 1886 alla Loggia "Propaganda massonica" di Roma, dove raggiunse il 33° e massimo grado del Rito scozzese antico ed accettato[93]. - erano noti in tutta Bologna e venivano affissi alle colonne della città. . Recatosi a Firenze nel settembre 1863 per la stampa dell'opera sul Poliziano, in una nottata insonne gli ruppe dal cuore l'Inno, composto da cinquanta quartine di senari secondo lo schema ABCB. Figura di martire politico in Proudhon, venato di riflessi scientifici in Michelet, Satana diveniva emblema del progresso e «del prodigioso edificio ... delle istituzioni moderne»,[97] simbolo di una verità brutalmente calpestata o occultata dal clero. Guai a chi avesse ciarlato durante la lunga predica, o fosse mancato all'appello; i bidelli con lapis e carta prendevano nota di tutto per riferirne ai superiori. Gli altri due discorsi tenuti in Senato furono quello di cinque anni più tardi per Candia (aprile), e quello del marzo 1899 per la convenzione universitaria di Bologna.[175]. Summary [] Aveva qualcosa che riempiva la sua esistenza, qualcosa di insperato e insospettato fino ad allora: «Lidia su'l placidofiume, e il tenero amore,al sole occiduo naviga.». Allo statista siciliano si sentiva da qualche anno particolarmente legato, e l'onore ricevuto non poté che accrescere il vincolo. Nel 1873 pubblicò A proposito di alcuni giudizi su A. Manzoni e Del rinnovamento letterario d'Italia. [ Cfr. © 2009 Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l. Fra gli altri, l'aneddoto è ricordato da M. Spagnol-L. Zeppegno. Lettere Italiane Avendo rifiutato di partecipare al Te Deum nella basilica di San Petronio in occasione del plebiscito, fu esonerato dall'incarico di professore, e perdette anche il titolo di dottore collegiato della Facoltà, quando rifiutò di prestare giuramento al re d'Italia. [116] La prima edizione fu subito esaurita e portò a esaurire anche quella delle Poesie edite da Barbera, il quale diede di queste ultime nuove edizioni nel 1874, 1878 e 1880, con la presenza nelle ultime due di una biografia del poeta scritta da Adolfo Borgognoni.[117]. Il 18 agosto, però, Carducci ricevette da Mamiani una lettera in cui gli comunicava che Giovanni Prati, «per ragioni al tutto speciali», aveva ricusato la nomina a professore di Eloquenza presso l'Ateneo Felsineo, e sarebbe quindi stato onorato nel sapere il Carducci disposto ad accettare la cattedra. XXX di Carducci, Nato nel 1805 a Savignano di Romagna, studiò sotto la guida di, B.Croce, «Una dimenticata polemica tra il Carducci, F.Fiorentino e A.C.de Meis (1868)», ne, A.Galletti, «La visione epica della storia nella poesia di Giosue Carducci», in Regia Università di Bologna, cit., pp.27-30. Parlarono in lode del Nostro il sindaco Alberto Dallolio, il preside di Lettere Francesco Bertolini, Giovanni Battista Gandino - che insegnava letteratura latina - e il sindaco di Pietrasanta, venuto a presentare l'omaggio dei borghigiani del luogo natìo.[178]. L'editore della Revue des Deux Mondes e addirittura Ivan Sergeevič Turgenev ne chiesero una copia, ed entusiastiche approvazioni arrivarono dal mondo germanico. La fotografia dell'atto di nascita, recante il nome Giosuè con l'accento, è consultabile in Fumagalli-Salveraglio[7], dove gli autori inoltre scrivono[8]: «Occorre appena rilevare che sia l'atto di nascita, sia in tutti i documenti posteriori il nome del Poeta appare sempre scritto Giosuè, con l'accento nell'ultima, e così lo si pronuncia sempre in Toscana e così chiamavano lui i suoi familiari e gli amici. Di seguito le edizioni originali di poesie e di prose comparse in volume: Il debutto nell'insegnamento e l'edizione delle, Dopo San Miniato: la collaborazione con l'editore Barbera e i primi lutti, Roma e la collaborazione con Angelo Sommaruga, Primi soggiorni alpini e primi problemi di salute. Storie e descrizione Modifica Appartenuta in antico alla omonima Confraternita , nel 1786 , con la soppressione degli ordini religiosi, fu venduta alla famiglia Millanta che ne fece dono alla Misericordia . Il Carducci manifestò allora il proprio spirito mazziniano in modo violento e nel novembre un decreto governativo lo trasferiva per punizione dalla cattedra bolognese a quella di latino dell'Università di Napoli. Al fine di trovare prima una sistemazione, Carducci non portò subito con sé la famiglia, ma lo fece solo dopo aver preso dimora in un appartamento di proprietà del professor Giovanni Procacci. Il giorno successivo, 17 novembre, Carducci mise in atto il progetto componendo l'alcaica Alla regina d'Italia, e proprio mentre completava la poesia la figlia Bice entrò ad avvisarlo dell'attentato di Giovanni Passannante a Umberto durante una parata reale a Napoli. Carducci ebbe la gioia di vedere la chiesa parzialmente restaurata, e il mese successivo compose uno dei suoi testi più celebri, l'ode La chiesa di Polenta, comparsa il 15 settembre nell'Italia di Roma e stampata in opuscoletto da Zanichelli il 9 ottobre. Oltre a Carducci, Targioni e Chiarini, vi scrissero Antonio Gussalli (l'editore principe di Pietro Giordani, forse il prosatore più amato dai Pedanti), Donati, Puccianti e molti altri. Dal 1898 esce, curata da Giovanni Federzoni, la «Strenna delle colonie scolastiche bolognesi»: "raccolta di versi e … Captions. Nell'aprile 1875 Zanichelli pubblicò la seconda edizione delle Nuove Poesie, e il mese successivo il promesso studio ariostesco. Log in required. Ricchissimo e tempestivo il contributo all'informazione critico-bibliografica. I Pasolini accoglieranno il poeta pressoché ogni anno nel suo ultimo scorcio di vita; il 1902 fu l'occasione per visitare Longiano, il 1903 lo vide recarsi a Faenza e Modigliana, nell'anno 1904 fu a Cervia e Rimini, in quello successivo a Cesenatico, Cervia, Montiano e Carpineta e nella primavera del 1906 vide per l'ultima volta Bertinoro e la pieve polentana. Le poesie, massime allora, io le faceva proprio per me: per me era de' rarissimi piaceri della gioventù gittare a pezzi e brani in furia il mio pensiero o il sentimento nella materia della lingua e nei canali del verso[54]». [39], Questo spirito non doveva certo piacere al Carducci, che scrisse la poesia satirica Al beato Giovanni della Pace (poi inserita nei Juvenilia), prendendosi gioco delle reliquie di un frate del Duecento che erano state superstiziosamente fatte tornare alla luce per essere usate nelle processioni cittadine. La risposta fu però chiara: egli voleva impiegarsi nell'insegnamento pubblico. «L'Italia col tempo dovrebbe innalzarmi una statua, pel merito civile dell'aver sacrificato la mia coscienza d'artista al desiderio di risvegliar qualcuno o qualcosa... perché allora io fu un gran vigliacco dell'arte», scriverà anni dopo.